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Perché il venerdì pomeriggio non lavoriamo (ma non è proprio vero)
8 Luglio 2024

Tempo di lettura: 3 minuti

Da alcuni anni i nostri orari segnalano la chiusura di Rizomedia il venerdì pomeriggio. Inizialmente era stata una scelta limitata al solo periodo estivo, poi è diventata una modalità valida per tutto l’anno.

Per quale motivo chiudiamo il venerdì pomeriggio?

No, non è per andare in spiaggia o per guardarci un film in santa pace. In verità lo potremmo anche fare e, se leggerete l’articolo fino in fondo, scoprirete che un pomeriggio in spiaggia, o a fare giardinaggio, ha delle ripercussioni positive anche sul lavoro.

La chiusura del venerdì pomeriggio ha, in primo luogo, altre motivazioni. Fermo restando che garantiamo sempre il pronto intervento per le emergenze* anche nel fine settimana, il venerdì pomeriggio è quel momento che ci permette di terminare le cose rimaste indietro, programmare il lavoro, sistemare l’archivio, studiare, formarsi, aggiornarsi.

Poi, perché no, ci sta anche la passeggiata sul lungofiume, in spiaggia, un paio d’ore a zappare l’orto, a leggere un libro d’intrattenimento, a fare yoga o meditazione. Perché sono sempre più numerosi e sempre più autorevoli gli studi scientifici che mostrano i riscontri positivi delle settimane lavorative corte o, in alternativa, di vacanze, anche brevi, durante le quali staccare la spina e dedicarsi a se stessi.

Volete saperne di più?

Uno studio della University of South Australia Study ha mostrato che un fine settimana di tre giorni porta a miglioramenti significativi nei livelli di attività fisica, durata del sonno e comportamenti sani, con benefici che si mantengono per diverse settimane.
    •    Fonte: ScienceBlog – New research shows we all need a three-day weekend

L’Annual Rhythms In Adults’ lifestyle and health (ARIA) Study, condotto su 308 adulti con monitoraggio continuo per 13 mesi, ha evidenziato come le vacanze, incluse quelle di breve durata, migliorino il comportamento motorio quotidiano e riducano i comportamenti sedentari.
    •    Fonte: Neuroscience News – Time Out: We All Need a Three-Day Weekend

Un articolo pubblicato sul sito del World Economic Forum, ha evidenziato come, l’esperimento della settimana lavorativa di quattro giorni, testato in Spagna, abbia portato benefici in termini di salute e minor inquinamento.
    •    Fonte: World Economic Forum – Four-day work week trial in Spain leads to healthier workers, less pollution

Il Tramonto digitale, vi dice qualcosa?

Era il 2016 (digitalmente parlando, un secolo fa), quando Massimo Calvi, sul suo blog, trattò il tema del Tramonto digitale.
Dall’incipit del suo articolo: Il Tramonto Digitale è una pratica per liberare risorse e pensieri, riappropriandosi della propria esistenza naturale, dopo una giornata di relazioni ad alta frequenza, in cui siamo sempre connessi con gli altri, sempre reperibili. In sostanza si tratta di spegnere lo smartphone e il tablet ogni giorno a una determinata ora (e nei fine settimana), rimanendo così volontariamente senza rete, resistendo a ogni impulso di postare, leggere la posta elettronica, far sapere agli altri cosa mangiamo o quali scarpe abbiamo nei piedi.

Non è semplice, ne siamo consapevoli, gran parte della nostra vita e delle nostre relazioni passano dallo smartphone. Ma se ci pensate, anche gran parte dello stress, dell’ansia e delle preoccupazioni passano attraverso questo strumento. Quindi, se per qualche ora siamo capaci di dimenticarci di lui, i benefici sono garantiti.

In conclusione, è l’equilibrio quello che dobbiamo cercare

È ormai assodato che, quando l’individuo trova un equilibrio tra il lavoro e la privata vita privata, diventa più produttivo, creativo e felice. Bisogna organizzarsi, evitare i sovraccarichi, disconnettersi dal lavoro in modo appropriato. Si guadagnerà in salute, benessere e soddisfazione. Si lavorerà meglio e con più efficienza. Certo, bisogna trovare equilibrio anche nei propri obiettivi di vita, perché non è pensabile pretendere di avere l’ultimo modello di Porsche e la casa a Cortina d’Ampezzo, lavorando meno, ma è poi necessario avere l’ultimo modello di Porsche o la casa a Cortina d’Ampezzo se non abbiamo tempo per goderne e rischiamo l’infarto da stress un giorno sì e l’altro pure?

* Sull’interpretazione soggettiva del termine emergenza si potrebbe aprire un trattato.
Secondo l’enciclopedia Treccani, l’emergenza è una particolare condizione di cose, momento critico, che richiede un intervento immediato. Immediato, aggiungiamo noi, significa subito, e quindi siamo più che disponibili a rinunciare al nostro venerdì pomeriggio di chiusura per aiutare i clienti. Ma se l’emergenza è qualcosa che si può tranquillamente affrontare il lunedì successivo, significa che non si tratta di un’emergenza.  

Corrado Peli

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