Girando un film ci si possono permettere libertà non da poco e con un po’ di sapienza tecnica e di fantasia si possono ottenere, con il minimo sforzo, inquadrature strepitose che altrimenti costerebbero uno sproposito.

Uno degli esempi più memorabili, che spiegano in modo perfetto quanto sopra, è la sequenza finale di I Tre volti della paura in cui Boris Karloff e Mario Bava mostrano come sia possibile cavalcare in un bosco senza muoversi dallo studio di ripresa: basta inquadrare stretto sull’attore e far correre in cerchio, attorno alla macchina da presa, quattro tecnici con alcuni arbusti in mano.

Per parlare di comparse e di come organizzare le riprese avendone una decina a disposizione, mentre ne servirebbero decine di migliaia, ci facciamo aiutare da un piccolo classico del cinema italiano: Mezzo destro e mezzo sinistro – 2 calciatori nel pallone di Sergio Martino. In particolare diamo un’occhiata alla sequenza in cui Margheritoni, finalmente, fa gol facendo vincere la propria squadra contro la Fiorentina.

La situazione è questa: le due squadre disputano l’incontro allo stadio Franchi di Firenze mentre la storica voce di Nando Martellini commenta il match da par suo. Essendo una partita di campionato, gli spalti sono gremiti in ogni ordine di posto.

Prima di vedere come è stata risolta la situazione proviamo a metterci nei panni del produttore, colui che mette i soldi nel film, che arrivato il momento di fare il bilancio preventivo per le riprese si trova davanti un’intera sequenza in cui le due squadre, una di queste di serie A, dovrebbero giocare in uno stadio di calcio vero, pieno di persone. Il rischio che la sequenza costi come il resto del film non è così peregrino. Per una ripresa del genere infatti, oltre ai consueti costi già in preventivo (macchine da presa, attori, tecnici, etc), vanno aggiunti l’affitto dello stadio, una cifra per la Fiorentina ma, soprattutto, la paga oraria di circa 47.000 persone (tante quante ne tiene il Franchi) o comunque una cifra che si aggira attorno alle 10/20 mila unità, se si decidesse di inquadrare solo una metà dello stadio.
Uno potrebbe eccepire che si può pure andare a giocare in casa della Marchigiana, evitando lo stadio fiorentino, ma anche ad affittarne uno più piccolo, occorrerebbe comunque pensare di riempirne una metà e di portarci lì la Fiorentina e tutta la troupe. Insomma: a fare i conti siete capaci anche voi.

Ed ecco la soluzione, data direttamente dalla capacità del cinema di suggerire, con un particolare, realtà più ampie. Se inquadro una decina di giocatori con maglie bianche e maglie viola, su una porzione di un campo da calcio riconoscibile come l’area di rigore (bastano due righe ad angolo retto e un cerchio a indicare il punto di battuta del rigore o un campetto di una squadra di periferia), ho già raccontato ai miei spettatori che in quel momento si sta svolgendo l’azione di una partita di pallone fra la Marchigiana e la Fiorentina. Se a questa inquadratura ne faccio seguire una di un gruppetto di tifosi (ne bastano una trentina con due striscioni inneggianti la Marchigiana e Margheritoni) su una tribuna, gli stessi tifosi seduti dietro al presidente della squadra, qualcuna con l’arbitro, un paio di fotografi vicini a una porta e un totale di repertorio dello stadio Franchi, ripreso dall’alto, con alcuni momenti di una partita di calcio fra la Fiorentina e una squadra con la maglia bianca (molto simile a quella della Marchigiana), ottengo l’effetto illusorio di mettere quei giocatori (fra cui Gigi e Andrea, i protagonisti del film) nello stadio della Fiorentina durante il match clou di serie A. Se poi a questo aggiungo il vero Nando Martellini, chiuso in una stanzetta qualunque con due fogli e un microfono davanti, metto pure la ciliegina sulla torta.

Buona visione:

Insomma: quando si gira un film e non si hanno i budget di Spielberg o di Lucas, non serve limitare la propria fantasia o i propri “sogni di gloria”. Basta semplicemente pensare che con il cinema, quando si può si mostra, quando non si può si suggerisce…