Il video che segue, intitolato “Size matters”, potrebbe dare il “la” a diverse riflessioni: sull’uso delle lenti zoom o quelle prime, sulle differenze “di peso e d’uso” fra le macchine dslr e quelle mirrorless, sulla scelta dell’obiettivo, sulla praticità degli smartphone e altre questioni molto tecniche.
Quello che mi ha fatto venire in mente invece, non appena finito di sghignazzare per il finale demenziale, è stata quella volta (una decina scarsa d’anni fa?) che in redazione mi chiesero di andare a fare delle riprese a una persona che avevamo intervistato. A quel tempo giravo con una Panasonic SD, ma era sufficiente perché l’HD era ancora lontano da essere lo “standard” e su youtube potevi caricare solo video in flash, e quindi tutte le volte io montavo il servizio, lo esportavo alla maggior definizione possibile e poi lo passavo al caporedattore che lo comprimeva in .flv e lo caricava sul canale del giornale. Un giro dell’oca incredibile che prevedeva una perdita di qualità strabiliante. Ma quello era.
Fattostà che mi dicono: “Telefona prima di andare, così ti metti d’accordo. Dobbiamo fare qualche ripresa di copertura e una di lui che fa la sua dichiarazione”.
Chiamo e la persona e dopo un po’ che parliamo mi dice, un po’ in imbarazzo: “Guardi, lei con cosa riprende?”.
Io dico: “Abbiamo una Panasonic, etc etc. Fa delle belle riprese, non si preoccupi, verrà un bel lavoro”.
“Non è mica quello, sa”, mi dice. “È che non vorrei far brutta figura, vengono anche due miei amici con le loro mogli… la telecamera è grossa?”.
Io, a quel punto, rimango un po’ interdetto: “Come?”, domando.
“Si, è grossa la telecamera, si fa vedere?”, insiste.
“Ma… si… direi di si… sarà lunga una cinquantina di centimetri abbondante… ma perché?”.
“Beh, sa… il mio amico mi ha detto che suo figlio ha comprato una telecamera che si fa fatica a tirar su, grossa come quelle della televisione… ecco, io pensavo che insomma, ne aveste una così grossa anche voi”.
“Non si preoccupi”, risposi. “Farà una bellissima figura, ci sono anche dei pulsanti colorati sul lato, vien fuori lo schermo e l’obiettivo è bello grosso”.
Quel giorno le riprese si ridussero a un paio di panoramiche e a due dettagli stretti. L’intervista non fu neanche caricata online, perché alla fine cambiò idea. Però fu contentissimo, perché in effetti la macchina era proprio bella, a vedersi. E mi offrì due caffè.
Vai tu a capire come gira il mondo…
Alessandro Boriani