C’è un video che circola da un po’ di tempo su Facebook. Ed è una bufala clamorosa.
In questo video, ripreso con una telecamera a mano in modo un po’ incerto, si vede un’automobile dei carabinieri presa a bastonate da un gruppo di africani in un quartiere residenziale di periferia. Il gruppetto di bastonatori si muove in modo ritmico, rompe i vetri, le luci posteriori, si accanisce sul tettuccio. Il tutto per una quarantina abbondante di secondi. Attorno a loro, in questa manciata di secondi, succedono alcune cose. Le più evidenti, al centro dell’inquadro e sulla destra, sono: un ragazzo seduto sul marciapiede che mangiucchia qualcosa e li guarda in modo sornione, un paio di ragazzine che si avvicinano alla scena e vengono allontanate.

La scena ha dato il destro a pagine e profili di varia natura per sottolineare come “gli immigrati siano nemici dell’Italia, in particolar modo dei carabinieri”, “guardate come vengono trattate le forze dell’ordine”, “maledetti extracomunitari, vengono in Italia a fracassare le automobili dei carabinieri”, “a casa loro”. Mescolare bene.

Questo è il video… poi ci torniamo: buona visione.

Detto di quanto succede al centro (ragazzetto sornione) e a destra (bambine allontanate) c’è da chiedersi cosa succeda a sinistra, vagamente fuori campo.
Succede che c’è una troupe cinematografica che sta facendo le riprese di quella che apparentemente è una devastazione gratuita di mezzo pubblico mentre, in realtà, è chiaramente una scena di un film/fiction/qualcosa. C’è la giraffa con il microfono, c’è il datore luci, c’è addirittura, nel finale, uno che urla lo stop e tutti si fermano (per non parlare di quello che, durante il video, dà indicazioni agli altri su dove colpire).

Per svelare questa bufala, e placare così gli animi dell’internet 2.0, non è necessario essere esperti di set cinematografici. Basta semplicemente guardare le cose nella loro interezza e non farsi “chiudere la vena” da preconcetti. Il cinema non è altro che una finestra sul mondo… basta affacciarsi un po’ di più per vedere cosa c’è oltre le quattro pareti.

Alessandro Boriani.